Articolo 54

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica

e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle,

con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.


Ehi, ragazze, ragazzi, sveglia, c’è la Legalità da modellare! 
Noi moltiplichiamo solo lacci e laccioli, che finiscono per accrescere il mare dell’illegalità, perché noi per primi finiamo per trasgredire regole tanto numerose che non siamo in grado di ricordare. 
In una località in cui infrange la legge il 5 % di cittadine/i, è sufficiente un numero circoscritto di guardie per individuare i colpevoli, in quanto i disonesti fanno i loro calcoli e rigano dritto, per paura od opportunità; gli onesti perseverano, convinti che la legge vada osservata comunque, e il loro atteggiamento condiziona gli indecisi, impedendo l’aumento dei pochi delinquenti; lo spettro di finire in gattabuia piega i più audaci: c’è una vivibilità ottimale.
Accade il contrario in una comunità in cui si pone nell’illegalità il 70 % delle persone: è sotto i nostri occhi! È impossibile organizzare strutture repressive in grado di colpire i lestofanti: ci vuole quasi un questurino per abitante e l’alta percentuale di furfanti si riverbera anche fra i piedipiatti: una loro frazione si corrompe. La quasi sicura impunità spinge all’abuso anche chi si comporta lecitamente; nessuno si preoccupa delle conseguenze, solo sporadiche; non si vedono vantaggi nella correttezza, perché comunque si può rimanere vittima di qualche malfattore; occorre avere qualità eroiche per agire nella legalità: in definitiva tutti, o quasi, vivono male, certi di dover fregare per non essere fregati.
Conviene la prima o la seconda forma di città? 
La mia fiducia in voi non ha confini!