LA DEMOCRAZIA
LE 4 GIORNATE DI NAPOLI
Genere: Storico
Nazione: Italia 1962
Regia: Nanny Loy
Cast: Gian Maria Volonté, Aldo Giuffré, Lea Massari, Jean Sorel, Georges Wilson, Regina Bianchi, Enzo Turco, Eduardo Passarelli, Rosalia Maggio.
Soggetto: Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy, Vasco Pratolini
Sceneggiatura: Carlo Bernari, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy
Produttore: Goffredo Lombardo
Direttore della Fotografia: Marcello Gatti
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Effetti speciali: Serse Urbisaglia
Musiche: Carlo Rustichelli
Scenografia: Gianni Polidori
Produzione: Titanus
Da un soggetto di Vasco Pratolini, un film drammaticamente umano sulla rivolta dei napoletani, iniziata il 28 settembre 1943, prima dell'arrivo degli Alleati, che in quattro giorni sconfissero e misero in fuga le truppe tedesche dalla città di Napoli. Nel film si mescolano singoli episodi e personaggi popolari protagonisti della rivolta. Dai ragazzi fuggiti dal riformatorio per unirsi all'insurrezione, al piccolo Gennarino Capuozzo che muore con una bomba in mano pronto a lanciarla sui carri armati nazisti. Una ribellione spontanea, portata avanti con armi e mezzi di fortuna, per un disperato bisogno di libertà. Napoli col suo esempio indicò a tutti gli italiani la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria, la Democrazia.
LA COSTITUZIONE COME AMICA
a cura di Michele Del Gaudio
LA DEMOCRAZIA
Per parecchi secoli gli stati erano retti da re, imperatori, dittatori che decidevano tutto, erano esenti dalle leggi da loro stessi emanate. Anche oggi ci sono despoti assoluti, ma in moltissimi paesi vige la democrazia, un sistema politico in cui i poteri sono diffusi fra più organi e persone. In particolare sono separati: il potere legislativo, affidato al parlamento, che approva le leggi; quello esecutivo, attribuito al governo, che svolge le attività pubbliche; quello giudiziario, assegnato alla magistratura, che applica le leggi, senza distinzioni o eccezioni per nessuno. Inoltre sono estesi gli spazi di libertà di cittadine e cittadini, con l’unico limite di non violare quelli delle altre e degli altri; e ci sono procedure che consentono loro di partecipare alle deliberazioni politiche. Il termine viene dal greco antico e significa governo del popolo, da kratéo, governare, avere il potere, e démos, popolo. Proprio in Grecia e a Roma se ne ebbero le prime espressioni, continuate nei comuni italiani del Medioevo, in Inghilterra nel Seicento, in America e Francia nel Settecento. Determinante è stata l’evoluzione del concetto proprio in quell’epoca grazie a pensatori come Montesquieu e Rousseau. È vero, la nostra democrazia non è irreprensibile, anzi evidenzia ferite che vanno curate. In particolare vanno “guarite” le leggi che tutelano le ingiustizie. Sono sicuro che voi, ragazze e ragazzi, sarete ottimi medici e la perfezionerete, ne inventerete nuove forme fino ad eliminare ogni iniquità.