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LA DONNA

IL DIRITTO DI CONTARE

Genere: Drammatico Biografico

Nazione: USA 2016

Regia: Theodore Melfi

Cast:  Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst.

Soggetto: Margot Lee Shetterly(libro)

Sceneggiatura: Theodore Melfi, Allison Schroeder

Produttore: Peter Chernin, Donna Gigliotti, Theodore Melfi, Jenno Topping, Pharrell Williams

Produttore esecutivo: Kevin Halloran, Margot Lee Shetterly, Mimi Valdes

Direttore della Fotografia: Mandy Walker

Montaggio: Peter Teschner

Musiche: Pharrell Williams, Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch

Scenografia: Stephanie Carroll

Produzione: Chernin Entertainment, Fox 2000 Pictures

Distribuzione: 20th Century Fox

 

 

Nella Virginia segregazionista degli anni Sessanta, la legge non permette ai neri di vivere insieme ai bianchi. Uffici, toilette, mense, sale d'attesa, bus sono rigorosamente separati. Da una parte ci sono i bianchi, dall'altra ci sono i neri. La NASA, a Langley, non fa eccezione. Reclutate dalla prestigiosa istituzione, Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson sono la brillante variabile che permette alla NASA di inviare un uomo in orbita e poi sulla Luna. Confinate nell'ala ovest dell'edificio, finiscono per abbattere le barriere razziali e sessiste, con grazia e competenza. Il film diventa un'apoteosi alla grande volontà, all'intelligenza, ad una tenace voglia di esserci e soprattutto di ‘contare’ i primi passi di un emancipazione, capace di affermarsi fra diffidenze e razzismo. 

LA COSTITUZIONE COME AMICA

a cura di Michele Del Gaudio

LA DONNA

Sì, avverto il sussulto dell’amore di mia madre, di mia nonna, di mia moglie… Se fossi uno scultore e mi commissionassero una statua sulla nonviolenza, scolpirei una donna! Perché è l’opposto della violenza! Purtroppo però per millenni è stata il suo bersaglio preferito: in casa, al lavoro, nei rapporti sociali. Era il peccato, il diavolo, la rovina! Perdonateci, donne, perdonateci tutti! Se vogliamo combattere questa turpitudine, occorre un capovolgimento culturale e giuridico, in cui il soggetto, la “soggetta” è la donna, la persona, con i suoi diritti inviolabili, con la sua “bellezza” e la sua specificità, non l’uomo, che tenta di “sfregiarla” con le sue condotte ignobili. Senza dimenticare che anche il violento è una persona. Bisogna innovare anche nei suoi confronti, spostando l’attenzione dalla pena all’essere umano, dalla repressione alla prevenzione. L’imputato e il condannato di uno o più delitti caratterizzati da violenza o discriminazione di genere, sia in stato di libertà che detenzione, dovrebbero avere l’obbligo di partecipare a programmi di recupero, al fine di mutare già interiormente il loro approccio all’universo femminile. Ma proviamo a definirla, la violenza di genere! È in ogni tipo di comportamento aggressivo motivato dal sesso o dall’orientamento sessuale della vittima, e si manifesta in particolare attraverso ingiurie, minacce, molestie, percosse, violazioni degli obblighi di assistenza familiare, azioni lesive di natura economica, abusi dei mezzi di correzione o disciplina, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenze private, domestiche, sessuali, atti persecutori (stalking), corruzioni e adescamenti di minorenni, sfruttamenti e favoreggiamenti della prostituzione, pornografia minorile e detenzioni di materiale pedopornografico, condotte informatiche, danneggiamenti, incendi, lesioni dolose, sequestri di persona, omicidi volontari consumati, tentati, preterintenzionali. La discriminazione di genere è in ogni tipo di gesto, causato dal sesso o dall’orientamento sessuale della vittima, che provoca disparità di trattamento o limitazione dei suoi diritti. La violenza domestica si concretizza in atti gravi e ripetuti di prepotenza fisica, sessuale, psicologica, economica tra coniugi, partner, persone legate, anche precedentemente ai fatti, da un legame d’amore o affettivo, a prescindere dalla convivenza. È ora di dire basta! Carissime, nel mio piccolo ho deciso da alcuni anni di usare il femminile anche per vocaboli che non lo prevedono: sindaca, capitana… soggetta; e di inserire sempre il femminile accanto al maschile, anzi prima: studentesse e studenti, adulte e adulti, tutte e tutti, altre e altri… È solo una goccia, ma aiuta a diffondere una mentalità paritaria. Potreste farlo anche voi: le gocce potrebbero formare un fiume!  

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