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LA FELICITA'

IL FOVOLOSO MONDO DI AMELIE

Genere: Commedia

Nazione: Francia 2001

Regia: Jean-Pierre Jeunet

Cast:  Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Dominique Pinon, Rufus, Jamel Debbouze, Lorella Cravotta. 

Soggetto: Guillaume Laurant e Jean-Pierre Jeunet

Sceneggiatura: Guillaume Laurant e Jean-Pierre Jeunet

Produttore: Jean-Marc Deschamps e Claudie Ossard

Direttore della Fotografia: Bruno Delbonnel

Montaggio: Hervé Schneid

Effetti speciali: Alain Carsoux Duboi, Les Versillais

Musiche: Yann Tiersen

Scenografia: Aline Bonetto, Volker Schäfer, Marie-Laure Valle

Produzione: Canal+, France 3 Cinema, UGC e UGC Distribution

Distribuzione: Bim Distribuzione

 

Un film delizioso, emozionante, diver tente, coloratissimo. L'elogio delle piccole cose in un mondo che ognuno di noi può rivestire della polvere magica di cui sono fatti i sogni. C’è speranza se questo accade a Parigi. Il favoloso mondo di Amélie, di Jean-Pierre Jeunet, è un albergo del sorriso. Un mondo dove le fate e gli gnomi possiamo essere noi, capaci di trasformare la realtà che ci circonda con la sola forza dello sguardo. Una morale: per ricevere amore bisogna provare piacere nel dare amore. Amelie ci fa riflettere, senza sofferenza, piuttosto con la leggerezza dell'aria, che però non significa superficialità.

LA COSTITUZIONE COME AMICA

a cura di Michele Del Gaudio

LA FELICITA'

La felicità è un diritto non un optional! E lo Stato deve garantirlo! Non solo a parole, però! Almeno deve assicurarci un arco vitale autonomo e soddisfacente, quindi felice! E se se ne frega? Un recente studio interdisciplinare di psicologia, sociologia e antropologia, sostiene che una metà del nostro quoziente di felicità dipende da noi. Non è poco! Allora, invece di piangerci addosso, lamentarci, essere pessimisti, potremmo sforzarci di essere felici! Come? Innanzitutto individuerei cosa mi sta veramente a cuore e predisporrei le mie ore, finanche i secondi, con una scala di priorità. Se mi seccasse fare sport, lo abolirei, ma, se mi piacesse, lo farei a mille! Se una mi stesse antipatica, non la frequenterei; se invece mi fosse simpatica, rinuncerei a qualcosa per incontrarla! Preferirei amicizie autentiche, coinvolgenti, con cui non avere nessun bisogno di fingere. Assaporerei ogni bagliore della giornata con intensità, senza avere la testa altrove. Non parlerei a ruota libera, ma imparerei ad ascoltare. Un altro segreto potrebbe essere recuperare il fascino delle piccole cose. Per me non c’è una grande cosa più grande di una piccola cosa! E cercherei di essere pragmatico! Il sabato mi andrei a sballare! Senza farmi del male, eh! Se però non fosse ipotizzabile, mi godrei la passeggiata lungo il marciapiede con amiche ed amici o una serata in casa, a sorseggiare la famiglia, la sua delicata indulgenza… starei lì, senza fretta, solo per quello. Occorrerebbe dare un senso alla nostra vita. Io sono felice perché la mia ce l’ha: quello di essere un buon padre per mio figlio Luca, che ha vent’anni e potrebbe avere ancora l’esigenza di confrontarsi con un interlocutore sincero e disinteressato, mai invadente; quello di continuare a peregrinare mano nella mano con mia moglie Maria, nonostante il “litigarello”; quello di inseguire giovani, adolescenti, bambine e bambini, magari raggiungerle/i, accompagnarle/i; quello di meditare, leggere, scrivere, denunciare, agire, lottare per la comunità, per i deboli; e poi quello di amare, ridere, scherzare, ballare… anche senza musica! 

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