IL LAVORO
7 MINUTI
Genere: Drammatico
Nazione: Italia 2016
Regia: Michele Placido
Cast: Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Violante Placido, Sabine Timoteo, Clémence Poésy.
Soggetto: Stefano Massini, Michele Placido
Sceneggiatura: Michele Placido, Stefano Massini, Toni Trupia
Produttore: Federica Vincenti
Direttore della Fotografia: Arnaldo Catinari
Montaggio: Consuelo Catucci
Musiche: Paolo Buonvino
Scenografia: Nino Formica
Costumi: Andrea Cavalletto
Trucco: Mauro Meniconi
Produzione: Goldenart Production, Manny Films, Ventura Film, A&G, Amer, CineFinance Italia, Rai Cinema con il contributo del MiBACT in collaborazione con Radiotelevisione svizzera, SRG
SSR e Sky Cinema
Distribuzione: Koch Media
La preoccupazione delle operaie di un'azienda tessile per l'acquisto da parte di una multinazionale francese sembra svanire quando la nuova proprietà dichiara che non verranno effettuati licenziamenti, ma a patto che le donne rinuncino a 7 minuti della loro già esigua pausa pranzo. Quella che sembra essere una clausola insignificante, e che trova tutte d'accordo di fronte alla sicurezza di mantenere il posto di lavoro, diventa in realtà uno spietato confronto tra le 11 donne appartenenti al consiglio di fabbrica, la storia di una scelta comune, di tutti, nessun foglio bianco, o è si o è no. Vera nella sua autentica drammaticità, la pellicola racconta una storia che sarebbe veritiera anche se non trattasse una storia accaduta realmente nel 2012 fra l’Italia e la Francia.
LA COSTITUZIONE COME AMICA
a cura di Michele Del Gaudio
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IL LAVORO
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Per me il top è quando sono il semplice moderatore di un dibattito fra ragazze e ragazzi. Vi sollecito a spogliarvi, mostrarvi nudi, esporre idee, pensieri, emozioni senza bloccarvi per pudore, compiacenza, ipocrisia. Altrimenti il quadro che dipingete non è reale, ma filtrato, forse imposto dalle uniformi che altri vi hanno cucito addosso, magari in buona fede. Solo inseguendo la realtà, la verità, si evita di sbagliare analisi e proposte. Il lavoro! I lavoratori lottano da secoli e hanno fatto parecchia strada, almeno in Occidente: da schiavi sono stati promossi servi della gleba, poi operai, impiegati, dirigenti. La Costituzione ha individuato una soluzione equa, riconoscendo il diritto di lavorare a tutti e la libertà di produrre a chi vuole; con la precisazione che l’iniziativa economica non può tendere solo al profitto dell’imprenditore, ma deve svolgere un ruolo sociale. Le mie sono ciance con milioni di disoccupati? Una questione così vitale, già rovente, si è incendiata con la globalizzazione; le aziende vanno ad investire in paesi ove la manodopera costa un’inezia; lì trovano persone affamate che vendono braccia, gambe, la vita, per un pasto al giorno. La loro povertà rischia di neutralizzare le conquiste economiche, ambientali, di sicurezza dei lavoratori negli stati tecnologicamente avanzati. In Occidente la disoccupazione dilaga, ogni impiego è precario. Aumentano il lavoro minorile, che nega l’infanzia e l’adolescenza, e il lavoro nero, che offusca un diritto pieno di luce. Il difetto della Costituzione è la sua parziale attuazione; ma non dipende da Lei; spetta a noi decidere di realizzare le sue norme o infischiarcene perché va bene così. Io sono per realizzare e voi?